
Il prezzo dell'oro è salito lo scorso anno: quali sono le implicazioni per l'estrazione, ci sarà abbastanza metallo?
09. 04. 2025Non c'è dubbio che l'oro abbia visto un'impennata della domanda. Le banche centrali hanno effettuato acquisti da record per il terzo anno consecutivo e gli investitori lo scelgono come rifugio per una sicurezza a lungo termine. Ma qual è il livello delle scorte? Quali sfide stanno affrontando le compagnie minerarie e in che modo l'aumento dei loro costi è collegato al prezzo dell'oro?
L'impennata del valore dell'oro continua a dimostrare la sua forza e la sua attrattiva tra gli investitori. Alla fine del terzo trimestre del 2024, il prezzo dell'oro si è stabilizzato sopra il livello di 2.600 dollari. Tuttavia, è salito anche il costo complessivo medio di mantenimento (all-in sustaining costs, o AISC), che copre tutti i costi di estrazione diretti, quelli per i lavoratori, per i materiali, l'energia, le tasse e i diritti di licenza, spinto dalla riduzione della produzione, dal rincaro dei diritti di licenza e dall'aumento delle spese in conto capitale per il mantenimento.
Nel terzo trimestre del 2024, i costi globali medi per licenze e tasse sono saliti a 90 dollari l'oncia, il 5% in più rispetto al trimestre precedente e ben il 31% in più su base annua. Anche le spese in conto capitale per il mantenimento sono aumentate, arrivando a 303 dollari l'oncia. Sebbene si tratti solo di un aumento modesto su base trimestrale, pari a circa il 3%, risulta in un rialzo complessivo del 50%. L'AISC attualmente registra una media di 1.456 dollari l'oncia troy, la più alta nei dati del World Gold Council (dal Q1 2010).
In che modo l'aumento dei costi è legato a quello del prezzo dell'oro?
L'aumento del prezzo dell'oro e il rialzo dell'AISC spesso vanno di pari passo. Questo perché, man mano che il prezzo dell'oro sale, diventa economicamente conveniente estrarre anche il minerale di qualità inferiore, ed è pertanto più facile compensare i costi maggiori legati a processi di estrazione più complessi. Nel frattempo, aumentano anche i diritti di licenza, le tasse e le spese in conto capitale per il mantenimento.
Tuttavia, l'aumento delle spese in conto capitale per il mantenimento rispecchia anche gli investimenti per gli ammodernamenti e lo sviluppo di nuovi progetti da parte delle compagnie minerarie, man mano che si espandono le loro entrate e i loro profitti.
I costi stanno salendo in tutto il mondo, ma a ritmi diversi
In Africa, l'AISC ha raggiunto i 1.532 dollari l'oncia troy, con +4% su base trimestrale e +14% su base annua. Questi aumenti sono dovuti perlopiù a una minore produzione (ad esempio, in Ghana) e ai problemi operativi legati alle sospensioni in Mali.
In Oceania, l'AISC è schizzato a 1.464 dollari l'oncia, soprattutto per via delle spese in conto capitale per il mantenimento più elevate e del calo della produzione in alcuni siti, come Papua Nuova Guinea e Australia.
Una tendenza simile si osserva in Sud America, dove il World Gold Council ha riportato un aumento dell'AISC fino a 1.197 dollari l'oncia. Le condizioni climatiche avverse e i lavori in corso sui progetti sono i responsabili di questo rialzo.
In Nord America, nello specifico in Canada e negli Stati Uniti, i costi minerari sono rimasti stabili a 1.508 dollari l'oncia troy, rispecchiando solo un minimo aumento annuo del 2%. Sebbene alcune miniere canadesi abbiano registrato rendimenti da record, gli Stati Uniti, in particolare, hanno affrontato costi più elevati a causa del minerale di qualità inferiore.
Nel complesso, nonostante l'aumento dei costi, il 97% della produzione principale di oro resta redditizia. I risultati regionali misti e l'aumento dell'AISC suggeriscono che il settore minerario sta entrando in una nuova fase, nella quale il rialzo dei costi viene compensato da prezzi dell'oro quasi record. Queste tendenze presentano sia delle sfide che delle nuove opportunità per i produttori di oro, che devono adattarsi alle condizioni di mercato in rapida evoluzione.
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